Drink e food, virtual cocktail bar e beach bar con isole di confort, così riparte il mondo del beverage in tutta sicurezza.
La movida è ripartita, le miti serate estive invogliano ad uscire, e dopo mesi difficili si avverte forte il desiderio di svago, e la necessità anche per poco di tralasciare i pensieri e le preoccupazioni e concedersi una pausa. E quale posto migliore di un cocktail bar? Il mondo del beverage è ripartito e così i bartender, danno vita a format diversi, soluzioni alternative o addirittura locali virtuali, per stare dietro al bancone e offrire un servizio in tutta sicurezza. E così Mattia Pastori, ha deciso di raggiungere i suoi clienti a casa con il delivery, attraverso il primo locale virtuale “ PM post meridian by Nonsolococktails Mattia Pastori”. Uno speakeasy virtuale, un locale che non c’è (è un rendering e viene montato un video), i clienti si collegano e con un click del mouse possono andare nella bottigliera e scegliere il cocktail da bere, che sarà spedito a casa in un box contenente tutto l’occorrente per prepararlo e le indicazioni dell’esperto su appetizer a tema che si possano accompagnare e perfino caricare la colonna sonora. Oppure c’è Ca-ri-co il “casual risto cocktail” milanese di Domenico Carella, titolare (assieme Lorenzo Ferraboschi) per il quale il segreto è nel differenziare le proposte, offrendo si alta qualità  ma a prezzi abbordabili, per un concept che punta sul food e drink, con tasting menu che creino un percorso, con una produzione che include fermentati, giardiniere e piccoli bites, tutto fatto in casa, con una carta che cambia ogni due o tre giorni, e per finire un e-commerce su carico.io dove è possibile acquistare accessori, preparati per il food e per il beverage, ricette e libri.
Nella capitale l’imprenditore Leonardo Leuci si è mobilitato per  la ripartenza dell’ industry del beverage, collaborando alla fondazione dell'associazione Italian Hospitality Network, che riunisce il settore dell'ospitalità, declinata in bar, wine bar, cocktail bar, discoteche, club, ristoranti e bar di hotel, che raccoglie più di 300 iscritti e oltre 5 mila firmatari di un manifesto che raccoglie una serie di proposte per gestire al meglio il futuro dei cocktail bar. Puntare sul delivery, per quello che riguarda i bar, può essere interessante, considerato che in Italia il consumo di alcolici e super alcolici è bassissimo, e si preferisce il vino che insieme alla birra sono più facili da trasportare. Ma per la ripartenza dei cocktail bar sarebbe opportuna una destagionalizzazione delle attività e una riorganizzazione interna. L’Associazione ha incontrato i parlamentari della commissione sviluppo per presentare la proposta per creare a livello nazionale un tavolo permanente che tratti lo sviluppo del settore che non può essere compreso nel commercio e nella ristorazione. E’ stato redatto un codice etico, un vademecum per gli associati e si sta lavorando ad documento di autoregolamentazione e autocontrollo, per evitare problemi della “movida molesta”. E’ allo studio anche il progetto del contratto di rete, che permetterà di creare un network per avere agevolazioni legali con i professionisti, in modo da fornire servizi che diano aiuto e sostegno a tutti i membri dell'associazione, con supporto legale e amministrativo e consulenti del lavoro.
In provincia di Napoli, a Bacoli, invece c’è Luca Iannuzzi col Nabilah, il beach club bar che sin dalle 10 del mattino fino a notte fonda, punta su un'offerta di ampie proposte, come un classico american bar di alto profilo e per evitare assembramenti al bancone, ha creato quindici “isole di comfort”, al cui interno c’è un lettone, un tavolo per il pranzo, due sdraio, un divano che possono ospitare al massimo 8 persone in 22 metri quadrati. Di sera hanno una duplice veste: possono essere prenotate per la ristorazione, oppure semplicemente per bere qualcosa scegliendo nella vasta cocktail list. Oggi i 5 mila metri quadrati sono trasformati in lounge bar, gli ospiti sono serviti ai lettoni, con steward che controllano l’accesso ai locali e ai bagni.   
E se come nel caso dell'Octavius Bar at The Stage Milano l’esperienza al bancone, e lo storytelling che con classe presenta drink dallo stile impeccabile, viene sacrificata per le misure anti-contagio che impongono la distanza di un metro tra l’operatore e l’ospite, si può adeguarsi alle direttive e trasformare l’accoglienza da orizzontale a trasversale, come ha fatto Cione. Per lui, trasversalità del servizio vuol dire proporre un menu degustazione di assaggi tra cocktail e specialità dello chef, che rendono l’esperienza al banco più completa, accattivante, invitante, inaspettata. E ancora, sfruttare la tecnologia, e offrire ulteriori servizi al cliente, attraverso un QR code che permette l’accesso, ad esempio, a riviste digitali, o che dà modo di curiosare con il proprio smartphone al banco bar, su quel testo storico di inizio '900 da cui è stata tratta l’ispirazione del cocktail che gli è stato proposto. 
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